Rimedi contro il freddo? Pizzicannelli venosini

Carpe diem” diceva il saggio Orazio, poeta romano originario di Venosa. Se ci fosse nato in questi anni avrebbe detto “Carpe Pizzicannelli”, i dolcetti a forma di rombi, con cacao, cannella, mandorle, limone e caffè, tipici di questa città lucana e di tutta la zona del Vulture. Come fare a resistere a queste delizie, preparate soprattutto nei mesi freddi per dare conforto e calore? In inverno lasciamo perdere le diete, please, ne riparliamo a primavera.

Come quasi tutte le specialità che destano la mia curiosità, anche la ricetta dei pizzicannelli è di origine povera: sono i contadini i depositari della vera conoscenza gastronomica, di piatti semplici e nutrienti allo stesso tempo. E a Venosa ne sanno tante: la past’e tar’cucòzz, u’cuturidd, gli strascinati cu lu ‘ntruppc e via dicendo o cucinando.

Collocata sull’antica via Appia, che collegava Roma a Brindisi, Venosa ha una storia di 600 mila anni che ebbe il suo culmine nel periodo romano, quando prese il suo nome da Venus, in onore della dea dell’amore. Una lunga e nutrita storia, nonostante le piccole dimensioni, testimoniata dai siti archeologici, dai monumenti e dalle architetture religiose e civili, che le hanno valso un posto nella lista dei borghi più belli d’Italia. Un week end a Venosa per novembre potrebbe essere un’idea per dimenticare il freddo, il rimedio per combatterlo io ve l’ho dato.

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