Dopo la città-fantasma, un altro luogo d’elezione per la pace dei sensi in agosto, se non altro per la temperatura (10° d’estate!), è la città-sotterranea. Questa volta ci troviamo in terra pugliese, o meglio dire sottoterra pugliese (qualche decina di metri sotto il livello stradale), a Gravina di Puglia.
Cunicoli di strade sotterranee, una rete di grotte e cave di tufo ai più sconosciuta, che merita una visita con torcia alla mano, accompagnati da volontari appassionati, nonché guide esperte, al modico prezzo di € 10 per l’intero tour e c’è anche la mega cripta sotterranea, risalente a 5 secoli fa, con tombe di arcivescovi e cavalieri.
Divertente (è come giocare a fare Indiana Jones), affascinante (si entra in un mondo parallelo) e istruttivo, a volte anche per le stesse guide, che non hanno finito di esplorarla e scoprirla interamente.
Quello che offre, gastronomicamente parlando, non è solo quello che è scritto nello stemma della città: Grana Dat et vinum, grano e vino. C’è molto di più. Ad esempio i calzoni di ricotta (i calzouni), primo piatto ripieno di ricotta, zucchero, cannella, scorza di limone grattugiata, condito con sugo di ragù, come quello di Zia Rosa o la Cialled fredda, antica ricetta gravinese preparata con pane raffermo, cetriolo, cipolla rossa di Acquaviva, pomodorini, limone, menta, basilico, olio e sale.
Una cucina che va recuperata e resa nota ai più, come le strade sotterranee che percorrono Gravina.